lunedì 15 marzo 2010

interVweb #010 Davide Maglio

intervista a Davide Maglio
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Fatti una breve presentazione.
Mi chiamo Davide Maglio, sono nato nel 1965 a Santhià in provincia di Vercelli dopo pochi anni dalla mia nascita, la mia famiglia, si trasferì in Ancona per motivi di lavoro e quindi la mia infanzia si maturò nelle vie e nei piccoli spazi come cortili che offriva la città.
L’interesse alla fotografia, incominciò all’età di 18 anni sbirciando qualche rivista dall'edicolante sotto casa. Avevo un gran bisogno di possedere una “mia” macchina fotografica, che al primo stipendio comprai una Olympus OM10 con obb. 50mm usato (all'epoca avevo speso parte del mio stipendio), ma contentissimo del mio primo gioiello portandola ovunque scattando in dia per risparmiare e sperimentando foto, viste da riviste libri fotografici ecc.
Nel 1993 mi sono trasferito a Senigallia, dove tuttora risiedo. Presi seriamente a cuore la fotografia visitando diverse mostre fotografiche, tra cui quella del gruppo f7 di Senigallia nel 2002.
Da lì capii che dovevo far parte di un gruppo per dare vita al mio hobby fotografico, …fin allora nascosto nel cassetto.
In una serata/incontro ebbi l’occasione di presentare le mie opere ai Soci del gruppo f7, credettero in me e mi accettarono nel gruppo. Con loro sono cresciuto fotograficamente, dandomi così, la possibilità di esporre le mie fotografie in mostre collettive sia a Senigallia che in provincia di Ancona.
Mi sono attrezzato di camera oscura che ancora oggi possiedo, dando via alle mie idee fotografiche.
Quest'anno in febbraio ho fondato, insieme ad altri amici l’“Associazione fotografica FOCUS” a Senigallia. Il Presidente dell’Associazione è Ilaria Luciani anche lei appassionata di fotografia.
I nostri obiettivi sono di comunicare con le immagini, parlare di fotografia, organizzare eventi fotografici, come mostre, incontri con gruppi, con autori ecc.


Perché fai fotografia?
La fotografia per me, è un modo per comunicare.

Che cosa ti ha portato alla fotografia?
Sicuramente, per curiosità.

La tua espressione fotografica?
Il bianco e nero, mi piace maggiormente fotografare la quotidianità nei centri urbani.

Il tuo scatto che ricordi maggiormente?
… Sono stato a Venezia nel periodo del carnevale .. era il 2005, ero da solo come spesso vado per concentrarmi meglio.. ero nella famosa piazza San Marco, piena di curiosi, sorrisi, espressioni, maschere, piccioni, coriandoli... mi girai più volte per trovare qualcosa d’interessante, in un attimo la piazza si liberò dalla folla, vidi dei piccioni che volteggiavano verso l'alto, ero con la reflex pronta e scattai alcune foto (poiché usavo la pellicola).
Il giorno dopo sviluppai subito i negativi nella tank, e strisciando il negativo, mi apparve subito quel fotogramma interessante. Il bello venne in camera oscura quando vidi “nascere” la foto nella bacinella...



Questo per me è lo scatto che maggiormente ricordo ed anche uno dei miei preferiti, poiché raffigura il senso di liberta, il piccione al cielo con le ali aperte in controluce con i maestosi monumenti della piazza che fanno da fondale.. questa immagine la ricordo maggiormente... si può vedere nel sito www.fotobndavidemaglio.it

Qual'è lo scatto che vorresti fare?
Vorrei scattare un’emozione...

Quali sono le tue apparecchiature?
Adesso possiedo una Canon eos 40D, in analogico, eos 5, eos 1n

Hai mai esposto le tue immagini?
Le mie immagini le ho esposte in varie mostre collettive a Senigallia, poi con il gruppo "Only polaroid" e al palazzo del Duca con la stenopeica, in occasione della fondazione dell'osservatorio nazionale stenopeico in sede al Musinf Senigallia.

Quali sono i fotografi che maggiormente ammiri?
Gianni Berengo Gardin, Ferruccio Ferroni, Mario Giacomelli e William Clein.

I tuoi progetti?
organizzare un festival della fotografia a Senigallia

Dove trovare le tue tue foto?
http://www.fotobndavidemaglio.it/ www.flickr/photos/davidemaglio

Che cosa pensi si possa fare, per far conoscere meglio la fotografia?
un Festival della Fotografia!!

Che cosa diresti a chi si avvicina alla fotografia?
Di documentarsi con libri, riviste, visitare mostre fotografiche, corsi di fotografia, workshop ecc.

Un tuo sogno che vorresti realizzare?
far diventare Senigallia, il centro della fotografia a livello Nazionale. " Festival della Fotografia"

Quale domanda vorresti farti?
non saprei...

grazie Davide

sabato 6 marzo 2010

Il libro Mario Carafòli "La campagna Marchigiana negli anni Sessanta"

All'appuntamento di venerdì 5 marzo presso la sala consiliare di Corinaldo per la presentazione del libro dedicato a Mario Carafòli "La campagna marchigiana negli anni Sessanta" ero presente pure io. Una sala gremita di persone, tanto da sorprendere gli stessi organizzatori che non si aspettavano un’affluenza così massiccia, ho assistito ad una serata decisamente interessante dove, attraverso la raccolta di fotografie e didascalie del giornalista e fotografo corinaldese, si sono mescolati ricordi e testimonianze delle Marche degli anni sessanta con i suoi paesaggi collinari e le immagini contadine.

Alla presentazione del libro sono intervenuti l’assessore alle politiche agricole Cesare Morganti, la direttrice Ada Antonietti del Museo Comunale di Storia della Mezzadria "Sergio Anselmi”, che ha ripercorso l’evolversi della vita marchigiana nei campi durante gli anni e Domizia Carafòli giornalista de "Il Giornale” nonché figlia di Mario Carafòli, che illustrando le foto (eseguite con pellicole Ferrania) ha rievocato il percorso fotografico del padre, realizzato principalmente nelle valli Misa e Nevola, ed alcuni passaggi della sua vita. Tra questi ultimi, curioso il racconto di quando trovandosi a Torino vide ed acquistò per la prima volta una macchina fotografica Leica perché di facile trasporto per poter poi essere utilizzata. L’incontro è stato poi concluso da Fabio Ciceroni, storico e critico ma soprattutto amico di Carafòli, che ha ricordato nostalgicamente il frequentissimo scambio di missive che erano soliti scambiarsi. Da queste emergeva come Mario fosse fortemente legato alla propria terra natale e come dai suoi racconti preannunciasse già l’inesorabile modifica del paesaggio.

Il libro molto curato nei dettagli, con fotografie che testimoniano la fatica dell'uomo nei campi, viene impreziosito dalle didascalie dell'autore.
Un libro che coinvolge nella ricerca del passato e di un paesaggio sempre più modificabile.