venerdì 31 luglio 2009

interVweb #008 Alberto Angelini

Durante l'intervista ad Alberto Angelini, coadiuvato da una delle figlie, è innegabile il fatto che le foto proposte nella sua personale mostra sono una testimonianza reale di quei anni in cui la fotografia Senigalliese muoveva i suoi primi passi.

Della serie "memorie di vita nel secondo novecento" fanno parte molti scatti che parlano di vita paesana, catturati all'interno di cortili o piazze non ancora asfaltate dove il rituale ritrovo della domenica creava un'atmosfera ben riscontrabile nelle sue immagini.

Senza dimenticare la serie "la terra" con quei paesaggi campestri tipici marchigiani, che lo scatto ha saputo valorizzare. Durante l'incontro con Angelini ho apprezzato la sua disponibilità e la sua pachezza, una persona che molto ha da raccontare.

In questo post è doveroso dargli del Lei

_____________

intervista a Alberto Angelini

Si faccia una breve presentazione.
sono nato a Senigallia. Da giovane, ho lavorato in una fabbrica di ottica e forse già da lì è nata in me la passione per la fotografia.
Ho iniziato a fotografare con mio fratello Mario e molte sono state le uscite insieme Mario Giacomelli intorno agli anni 1956-58 e ho sempre preferito soggetti campestri, legati alle realtà agricole,tutto questo per il solo piacere di fare fotografia e dopo un periodo di silenzio negli anni 1966-68 ho ripreso a stampare "per passatempo".

Perchè fa fotografia?
per il piacere di cogliere quegli attimi di realtà che ci circonda.

Cosa le ha portato alla fotografia?
la curiosità

La sua espressione fotografica?
mostrare quella realtà concreta di personaggi, paesaggi, e di vita comune.

Il suo scatto che ricorda maggiormente?
difficile dire quale, molti sono i scatti che ho condiviso con Giacomelli, ma credo che le immagini scattate che rappresentano la vita siano quotidiana nei paesi siano quelle che ricordo maggiormente.

Quali sono le sue apparecchiature?
sono macchine datate che riservo lora una particolare cura.

Quali i fotografi che maggiormente ammira?
senza dubbio il mio amico Mario Giacomelli, e Cavalli della scuola Misa.

Dove trovare le sue foto?
Al Musinf a Senigallia e spesso durante l'estate espongo alcune delle mie foto all'interno del cortile della mia abitazione, creando così uno spazio espositivo, ed essere disponibile verso i visitatori nel spiegare i perchè.

Che cosa pensa si possa fare, per far conoscere meglio la fotografia?
creare delle opportunuità in incontri creare spazi espositivi.

Che cosa direbbe a chi si avvicina alla fotografia?
imparare la tecnica, essere istintivi, cercare la forma, i segni, saperli poi valorizzare.

Grazie

domenica 5 luglio 2009

Nino Migliori a Senigallia




Alle ore 18,30 di sabato 4 luglio nella Sala del trono di Palazzo del Duca, si è tenuto l'incontro con il maestro della fotografia Nino Migliori, con il pubblico di Senigallia per presentare la propria attività artistica e dibattere sul tema della ricerca del linguaggio fotografico, i suoi collegamenti con le arti visive e le forme del comunicare.
Le immagini che Migliori ci ha presentato, coadiuvato dalla sua consorte, fanno parte di quella serie di scatti riguardanti principalmente la sua personale ricerca fotografica che, senza tener conto della progressione cronologica, spazia da quelle più manipolate (Ossidazioni, Pirogrammi, Combustioni, Idrogrammi, Polarigrammi, ecc ) alle immagini della serie "I Muri". Queste ultime, che grazie alla piacevole composizione trasmettono un fascino particolare, rimangono forse la parte più conosciuta della sua produzione. Inoltre Migliori ha sottolineato la propria scelta di non aver mai fatto parte a gruppi fotografici, preferendo fare incontri con persone semplicemente amanti della fotografia.
Durante l'incontro Migliori ha sostenuto che le Marche è una regione con molti spunti fotografici (lo vedremo forse un pò più spesso nella campagna marchigiana?), anticipando l'ipotesi del riconoscimento a livello mondiale della fotografia italiana tra un decennio.





Nino Migliori nasce nel 1929 a Bologna e si interessa di fotografia sin dal 1948. Agli inizi la sua attività si caratterizza per la convivenza di più interessi paralleli, dal filone del fotogiornalismo al neorealismo, con riferimenti in Cartier Bresson e Strand. Nel corso del tempo si consolida in lui l’interesse per la sperimentazione, che lo porta a indagare i materiali e le operazioni del “fare” fotografia, con riferimenti anche al contesto delle più avanzate esperienze nell’ambito dell’arte contemporanea. Numerose sono le mostre personali e collettive, la pubblicazione di suoi lavori su riviste come “Ferrania”, “Popular Photography”, “Camera”. Sue fotografie sono conservate presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, il CSAC di Parma, il Museo di Praga, la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la Bibliothéque Nationale de Paris, il Musée Reattu de Arles, il MOMA di New York, il Museum of Fine Arts di Houston, il Museum of Fine Arts di Boston, il Polaroid International Museum